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Il lungo giorno di Giosuè

Successe davvero, e come?

di Russell Grigg
traduzione di Angioi Ilaria

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La domanda-chiave in ogni discussione dei brani biblici difficoltosi è: cosa intendeva dire l’autore? Giosuè registra con grande dettaglio l’occupazione di Canaan da parte di Israele e l’assegnazione delle terre alle tribù, all’incirca nel 1400 A.C., perciò è ovvio che l’autore stia scrivendo un resoconto storico di ciò che accadde. L’avvenimento del lungo giorno ebbe luogo durante una battaglia fra gli eserciti alleati dei cinque re amorei e l’esercito di Israele, all’inizio della campagna.1 Con l’aiuto di Dio gli Israeliti stavano vincendo la battaglia e avevano bisogno di più tempo, quel giorno, per concludere la vittoria.

Giosuè 10:11–13 (NR) dice: “Mentre fuggivano davanti a Israele ed erano alla discesa di Bet-Oron, il Signore fece cadere dal cielo su di loro delle grosse pietre fino AD Azeca, ed essi perirono … Allora Giosuè parlò al Signore, il giorno che il Signore diede gli Amorei in mano ai figli d’Israele, e disse in presenza d’Israele: ‘Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle d’Aialon!’ E il sole si fermò, e la luna rimase al suo posto, finché la nazione si fu vendicata dei suoi nemici. Questo non sta forse scritto nel libro del Giusto?2 E il sole si fermò in mezzo al cielo e non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero”.

Sembra che fosse mezzogiorno o più tardi (in Ebraico: sole in mezzo al cielo).3 E l’autore ci dice che il sole non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero, cosa che molti commentatori intendono che sia approssimativamente un periodo pari a 24 ore, anziché semplicemente un periodo diurno.

Molte culture hanno leggende che sembrano basarsi su questo evento. Per esempio, il mito greco del figlio di Apollo, Fetonte, che interruppe il corso del sole per un giorno. Poiché Giosuè 10 è un libro storico, le culture dalla parte opposta del mondo dovrebbero avere leggende riguardanti una lunga notte. E in effetti il popolo Maori della Nuova Zelanda ha il mito del loro eroe Maui, che rallentò il sole prima che sorgesse, mentre gli Annali di Cuauhtitlan messicani (la storia dell’Impero di Culhuacan e del Messico) registra una notte che continuò per un esteso periodo di tempo.4

È necessario notare anche che gli Amorei erano adoratori di sole e luna. Il fatto che queste “divinità” siano state costrette a ubbidire al Dio d’Israele deve essere stata un’esperienza devastante per gli Amorei; questa potrebbe proprio essere stata la ragione per cui Dio quella volta operò tale particolare miracolo, ovvero quasi all’inizio dell’occupazione della terra di Canaan da parte degli Israeliti.5

Il geocentrismo e il linguaggio della sembianza

L’ordine di Giosuè al sole affinché stesse immobile non sostiene il geocentrismo, cioè il concetto secondo cui il sole si muove attorno alla Terra. La Bibbia usa il linguaggio della sembianza e dell’osservazione.6

Oggi la gente fa esattamente la stessa cosa. Per esempio, gli scienziati che preparano le previsioni del tempo in TV annunciano l’ora di “alba e tramonto”. In effetti menzionare che anche la luna rimase immobile sembra confermare sia la paternità divina del resoconto che il fatto che sia la Terra a muoversi. Poiché tutto ciò di cui Giosuè aveva bisogno era un po’ di luce solare in più, e poiché la maggior parte degli antichi credevano che il sole, non la Terra, si muovesse, l’autore umano di un resoconto fittizio avrebbe solo avuto la necessità di fare riferimento all’arrestarsi del sole (vd. Anche Q&A: Bible contradictions amd errors ).

La NASA e il giorno mancante

Di tanto in tanto aleggia una voce: gli scienziati che, alla NASA, “stavano usando i computer” per controllare le posizioni dei pianeti, scoprirono che alla storia “mancava” un giorno.

Questa storiella è una leggenda metropolitana. La presunta ricerca sembra non essere mai stata pubblicata. E non c’è da meravigliarsi, poiché per fare un tale calcolo bisognerebbe conoscere le posizioni dei pianeti prima di ogni giorno mancante, e anche dopo. Questo è impossibile.

Simili considerazioni si applicano al libro Joshua’s Long Day [Il lungo giorno di Giosuè], scritto nel 1890 da Charles Totten, che pretendeva di dimostrare che un giorno era mancante senza però riprodurre i suoi calcoli. Tutti quei calcoli possono mostrare solamente dove sole e luna sarebbero dovuti essere in qualunque momento del passato (basandosi sulla loro posizione attuale e supponendo che i ratei dei movimenti non siano cambiati), non dove erano effettivamente (vd. Anche Q&A: Galileo, Geocentrism, and Joshua s long day).

Cosa successe realmente?

Le risposte suggerite possono essere divise in tre categorie principali:

  1. Una qualche forma di rifrazione (curvatura) della luce proveniente dal sole e dalla luna. Secondo questo parere, miracolosamente Dio fece in modo che le luci del sole e della luna continuassero a splendere a Canaan per “quasi un giorno intero”. Chi sostiene questa tesi sottolinea che:7
    1. Giosuè aveva bisogno di luce, non del rallentamento della Terra;
    2. Dio promise a Noè che “finché la terra durerà … giorno e notte non cesseranno mai” (Genesi 8:22 NR). Questo potrebbe essere visto come la promessa di Dio che la Terra non smetterà mai di ruotare sul suo asse fino alla fine della storia umana (tuttavia non sembra precludere un temporaneo rallentamento della rotazione terrestre).
    3. Una qualche forma di rifrazione della luce sembra essere ciò che successe nel regno di Ezechia quando l’ombra sulla meridiana di Acaz retrocedette di dieci gradini (2 Re 20:11), un evento che pare essersi verificato soltanto nella terra di Palestina (2 Cronache 32:31).
  2. Un’oscillazione nella direzione dell’asse di rotazione terrestre.

    Questo comporta una precessione8 dell’asse terrestre, che oscillerebbe lentamente così da tracciare nel cielo una linea a “s” o circolare. Un simile evento potrebbe aver fatto sembrare a un osservatore che il sole e la luna fossero immobili, ma non necessariamente avrebbe implicato un effettivo rallentamento della rotazione terrestre.

    È stato suggerito che questo fenomeno sia stato causato dalla vicinanza, in quel momento, delle orbite della Terra e di Marte.1 Un problema è che gli autori di questa teoria suppongono che Marte anticamente avesse un’orbita diversa da quella attuale, e non c’è prova che ciò sia mai avvenuto. Altre cause suggerite hanno incluso l’impatto di asteroidi sulla Terra.

  3. Un rallentamento della rotazione terrestre.

    Secondo questa teoria, Dio fece rallentare la rotazione terrestre in modo che la Terra fece un’intera rotazione in circa 48 ore anziché 24. Allo stesso tempo Dio fermò gli effetti cataclismatici che ci sarebbero naturalmente stati, come i terribili maremoti. Alcuni hanno obiettato a questo basandosi sull’erronea ipotesi che, se la Terra avesse rallentato, le persone e gli oggetti non ancorati al suolo sarebbero volati nello spazio. Ma in effetti la forza centrifuga (che tende a lanciare le cose lontano dalla Terra) è solo circa un trecentesimo della forza gravitazionale; se la Terra avesse smesso di ruotare (all’improvviso o meno), questa “forza” verso l’esterno sarebbe cessata e in realtà saremmo stati mantenuti saldamente al suolo dalla gravità.

    All’altezza dell’equatore, la Terra si muove a circa 1.600 km orari. La velocità necessaria per uscire dalla gravità terrestre è pari a circa 40.000 km orari. Se la Terra avesse ruotato tanto velocemente, saremmo tutti volati nello spazio in ogni caso, indipendentemente dal fatto che la Terra si fosse fermata improvvisamente o meno!

    E che dire dell’impulso di persone e cose che viaggiano sulla Terra a 1.600 km orari? Risposta: un’auto che viaggia a 100 km orari può fermarsi in modo confortevole per gli occupanti in pochi secondi; qualunque cosa viaggi a 1.600 km orari potrebbe fermarsi in modo confortevole per i passeggeri in pochi minuti.

    Questo scenario implica solamente che Dio abbia rallentato simultaneamente la rotazione di atmosfera, oceani e Terra per evitare ogni effetto di maremoto e ogni accumulo di calore interno alla Terra, dovuto alla frizione degli strati liquidi al centro della Terra ancora rotanti. E alla fine del lungo giorno sarebbe stato necessario riavviare l’intero processo.

    Certo non è impossibile che Dio abbia fatto tutto questo, nonostante rappresenti un’importante interruzione dell’ordine naturale delle cose così come era stato stabilito da Dio stesso in Genesi 1.

Conclusione

Il Cristianesimo è una religione di miracoli, dagli atti creativi di Dio in Genesi 1 agli eventi meravigliosi di Apocalisse 22. La Bibbia non ci dice come succedono queste cose. Dice solo che Dio vuole che succedano e perciò succedono. Egli può usare (intensificare) una qualche legge naturale esistente (come per il diluvio di Noè) oppure può escludere del tutto la partecipazione della natura (come nella Resurrezione). Spesso l’effetto miracoloso risiede nel provvidenziale calendario degli eventi naturali (come quando Dio divise il Mar Rosso attraverso un forte vento che soffiò tutta la notte, in Esodo 14:21).

I miracoli poggiano sulla testimonianza, non su analisi scientifiche. Mentre è interessante speculare su come Dio possa aver compiuto ogni specifico miracolo biblico, incluso il lungo giorno di Giosuè, fondamentalmente coloro i quali si dichiarano discepoli di Gesù Cristo (che autenticò le divine documentazioni bibliche) devono accettarli per fede.9 Non esiste una ragione logica o scientifica per sostenere che, dato un Dio abbastanza potente da creare un universo in sei giorni, il lungo giorno di Giosuè “non può aver avuto luogo”. Chi esita davanti a questo resoconto è quasi sempre chi ha già rifiutato la creazione in sei giorni attraverso il compromesso di lunghe ere evolutive fittizie, rifiutando così l’autorità della Bibbia.

Articoli relazionati

Ulteriori letture

Riferimenti e note

  1. Donald Patten, Ronald Hatch, Lorenc Steinhauer, The Long Day of Joshua and Six Other Catastrophies [Il lungo giorno di Giosuè e altre sei catastrofi], Michigan, Baker Book House, 1973, datato “circa il 25 Ottobre 1404 A.C.”. Altri commentatori danno una data leggermente diversa, AD esempio C.A.L. Totten, 22 Luglio 1443 A.C. Tornare al testo
  2. Il Libro di Jasher (Versione King James) o Jashar o “del Giusto” (così in alcune traduzioni moderne) era un’antica raccolta di poesie scritte in onore dei capi d’Israele (cfr. 2 Samuele 1:17–27). Le parole di Giosuè al sole (che sembrano essere citate da questo Libro) sono in forma poetica e sono stampate in questo modo nella maggior parte delle versioni moderne della Bibbia. Questo uso della poesia qui non invalida un’interpretazione letterale dell’evento, non più di quanto quei Salmi che descrivono avvenimenti della vita di Davide invalidino la letteralità degli eventi che ritraggono in modo poetico. In ogni caso, il versetto 13b torna alla prosa ebraica per descrivere quello che accadde in risposta alla preghiera di Giosuè. Tornare al testo
  3. Per Giosuè sarebbe stato insensato la mattina di una battaglia, sul presto, con un intero giorno ancora davanti, pregare perché si allungasse la luce del giorno. Tornare al testo
  4. Immanuel Velikovsky, Worlds In Collision [Mondi in collisione], New York, Dell, 1950, p. 61, nota 3. Vd. anche altri riferimenti storici, in questo libro, a giorni o notti lunghi. Tornare al testo
  5. Anziché, AD esempio, utilizzare calabroni (Esodo 23:28) o confondere il nemico (2 Re 7:6). Tornare al testo
  6. In questo collegamento Henry Morris scrive: “Tutto il moto è relativo e il sole non è ‘fisso’ nello spazio più della Terra. [ … ] Il metodo scientificamente corretto per specificare i movimenti, perciò, è selezionare un punto arbitrario con velocità prossime allo zero e poi misurare tutte le velocità relative a quel punto. Il punto adatto a essere utilizzato è quello più conveniente per l’osservatore rispetto agli scopi dei suoi particolari calcoli. Nel caso dei movimenti dei corpi celesti, normalmente il punto più adatto è la superficie terrestre che si trova a latitudine e longitudine dell’osservatore; perciò questo è il punto più “scientifico” da usare. Davide (Salmo 19:6) e Giosuè sono più scientifici dei loro critici perché adottano tale convenzione nelle loro narrazioni”. In Henry Morris e Henry Morris III, Many Infallible Proofs: Practical and Useful Evidences for the Christian Faith [Tante prove infallibili: prove pratiche e utili per la fede cristiana], Arizona, Master Books, 1996, p. 253. Tornare al testo
  7. Per esempio, John C. Whitcomb, Joshua’s Long Day [Il lungo giorno di Giosuè], Brethren Missionary Herald, 27 July 1963, pp. 364–365. Tornare al testo
  8. Precessione: il movimento dell’asse di rotazione di un corpo ruotante su una linea che disegna un angolo con esso, così da descrivere un cono. Tornare al testo
  9. “Dire che ‘i miracoli non possono accadere’ non è un’affermazione scientifica. È una dichiarazione di fede esattamente allo stesso livello di quando un Cristiano dice che ‘Gesù ha compiuto dei miracoli’”. In Hugh Silvester, “Miracles” [Miracoli], Eerdmans Handbook to Christian Belief [Il manuale Eerdmans della fede cristiana], Michigan, Eerdmans Publishing Company, 1982, p. 90. Tornare al testo

Helpful Resources

15 Reasons to Take Genesis as History
by Dr Don Batten, Dr Jonathan D Sarfati
US $4.00
Booklet